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Ci sono figure nell'Antico Testamento - particolarmente in Genesi - che paiono non riuscire ad attirare l'attenzione dei commentatori: personaggi che giocoforza restano oscuri, anonimi. Di Nacor e Milca, per fare un esempio, poco o nulla si ragiona; pochissimo di Sara. Eppure Nacor è fratello di Abramo, nato nello stesso anno del grande Patriarca, ed è antenato di Rebecca, di Rachele e di Lia; dal suo primo figlio, Us, discende Giobbe. Sara è moglie di Abramo, ed è l'unico personaggio femminile dell'Antico Testamento a cui Dio trasformi il nome, l'unica donna di cui si specifichi l'età al momento della morte, la prima persona a trovare sepoltura nella Terra: un seme lì piantato da Abramo. Ma il tessuto del Sacro Testo non ammette smagliature. La quadruplice lettura, simile - non identica - a quella dei Padri, cioè condotta in chiave simbolica, permette di riprendere e riallacciare le maglie più minute del tessuto biblico, valorizzando anche gli aspetti e i personaggi più negletti e illuminando un quadro d'insieme che è un celeste ricamo. "Non un solo Iota", può essere scartato, della Scrittura: chiede dedizione, amore, la Parola di Dio. Il grande Filone Alessandrino, Padri del calibro di Agostino e Girolamo, come infiniti altri, antichi e medievali, l'hanno amata e onorata. E noi?